Banca d’Italia – Tecnologia blockchain: nuove prospettive per i mercati finanziari
Le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni influenzano significativamente l’evoluzione dei mercati finanziari, favorendo l’offerta di servizi più efficienti, l’ingresso di nuovi operatori e l’ampliamento del contesto competitivo.
Tra le tante innovazioni c’è la tecnologia “blockchain”, su cui si basano gli schemi valute digitaliè oggetto di crescente interesse da parte del mondo finanziario per i suoi potenziali impatti positivi sui processi alla base dell’erogazione dei servizi finanziari.
La Banca d’Italia è interessata ad approfondire la conoscenza di questa tecnologia, dei suoi ambiti di utilizzo, dei suoi possibili effetti sul funzionamento dei mercati e del sistema dei pagamenti, nelle diverse prospettive legate ai compiti istituzionali di autorità di vigilanza e regolamentazione delle infrastrutture dei mercati finanziari e di catalizzatore di progetti promossi dal mercato.
Con l’organizzazione del convegno dal titolo “Tecnologia catena di blocchi: nuove prospettive per i mercati finanziari”, tenutasi a Roma il 21 giugno, la Banca d’Italia ha avviato un confronto con i diversi stakeholder (istituzioni finanziarie, fornitori di tecnologia attivi nel settore bancario, mondo accademico, autorità pubbliche e di vigilanza) sugli sviluppi della tecnologia catena di blocchi.
Perché la conferenza?
Come ha ricordato il Governatore nel suo discorso, nella fase attuale l’interazione tra regolatore e industria dell’innovazione può essere altamente produttiva, poiché le applicazioni della tecnologia catena di blocchi i mercati finanziari sono ancora in via di sviluppo.
Cos’è la blockchain?
Nel corso della conferenza sono stati ricordati gli elementi che caratterizzano la tecnologia catena di blocchi; rappresenta un processo in cui un insieme di soggetti condividono risorse di elaborazione (memoria, CPU, larghezza di banda) al fine di costruire e aggiornare un database virtuale (il catena di blocchi) pubblico (tutti possono vederli) e decentralizzato (ogni partecipante ha una copia dei dati); le informazioni così raccolte sono considerate certe dalla comunità che condivide il processo. L’insieme delle regole informatiche (protocollo) e crittografiche genera fiducia reciproca tra i partecipanti nei dati memorizzati ed è potenzialmente in grado di sostituire quella assicurata dai “registri pubblici” gestiti in modo centralizzato da un’“autorità” riconosciuta dal quadro normativo.
Qual è il suo potenziale?
Tecnologia catena di blocchi Sembra offrire applicazioni efficienti in tutti gli ambiti in cui è richiesta l’interazione tra un gran numero di utenti.
Trattandosi di una tecnologia innovativa, le cui potenzialità sono ancora in fase sperimentale, la ricerca accademica offre un contributo significativo alla valutazione dei possibili utilizzi dell’ catena di blocchinon solo nel settore finanziario. Alcuni ipotizzati ambiti di applicazione riguardano la liquidazione delle transazioni, sia in denaro che in titoli, la gestione delle lettere di credito, l’amministrazione dei pubblici registri, come il catasto e l’anagrafe. Pareri divergenti riguardano la possibilità di utilizzare questa tecnologia indipendentemente dal “risorsa “digitale” di seguito.
Quale opinione si sta formando il mercato?
I potenziali benefici che stanno alimentando l’interesse per catena di blocchi sono diverse e comprendono: la riduzione dei costi di gestione dei processi, la diffusione delle informazioni, meccanismi di funzionamento dei mercati più efficienti. I rappresentanti del settore bancario hanno quindi sottolineato il loro interesse a studiare approfonditamente il fenomeno, a seguirne gli sviluppi nel panorama internazionale e ad acquisire adeguate competenza. Alcune partecipano, anche attraverso iniziative collaborative nazionali e internazionali, alla sperimentazione e allo sviluppo di prototipi applicativi. L’obiettivo comune è rendere i processi interni più efficaci ed efficienti ma anche abilitare lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi più adatti all’economia digitale.
Qual è il punto di vista della Banca d’Italia?
Laddove l’innovazione si apre a benefici pubblici generalizzati, le istituzioni hanno il compito di facilitarne lo sviluppo, fungendo da catalizzatore per le iniziative private e contribuendo al dibattito, anche nei consessi internazionali. In questo contesto, le autorità sono chiamate a comprendere le caratteristiche dell’innovazione per valutare la rilevanza del sistema di regole a tutela dell’efficienza e della funzionalità dei mercati finanziari; la regolamentazione è infatti esposta a un rischio di obsolescenza dovuto alla diversa velocità dei processi regolatori rispetto al ritmo dell’innovazione tecnologica.
La Banca d’Italia ha costituito al proprio interno un gruppo di lavoro multidisciplinare – in cui coesistono funzioni istituzionali, di ricerca e informatiche – dedicato all’analisi delle iniziative del mercato nazionale in materia di catena di blocchi, per verificarne la compatibilità con l’attuale quadro normativo, nonché per individuare eventuali “gap” normativi e potenziali rischi. Il dialogo preventivo e informale con i vari promotori è un elemento essenziale dell’attività.
Come sempre, l’adozione da parte degli intermediari di innovazioni tecnologiche volte a una maggiore efficienza non deve prescindere da esigenze di affidabilità e sicurezza che contribuiscono a mantenere la fiducia del pubblico nella moneta e la stabilità finanziaria, obiettivi posti a tutela dell’azione della Banca d’Italia. A questi si affiancano quelli di tutela degli utenti – i nuovi servizi o prodotti devono assicurare relazioni corrette tra clienti e intermediari – e di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, date le potenziali vulnerabilità cui possono esporre il sistema finanziario.