Carnevale di Schignano, una sfilata unica al mondo a due passi da Milano
Quest’anno, con la “Pasqua bassa”, gli eventi del Carnevale di Schignano, in Val d’Intelvi, sopra il lago di Como, a poco più di un’ora da Milano, si susseguono a ritmo serrato tra gennaio e inizio febbraio. Dopo la serata del 6 gennaio, con la grande festa di Vegèta, e domenica scorsa, sabato 10 febbraio, il Carnevale di Schignano fa le prove generali e strizza l’occhio a turisti, curiosi e appassionati di fotografia. La sfilata che solitamente parte alle 14 dalla piazza principale di San Giovanni è l’antipasto della grande festa del martedì grasso, dove i festeggiamenti proseguono per tutto il pomeriggio.
La grande sfilata finale, seguita dal rogo notturno del Carlisepp, partirà martedì 13 febbraio verso le ore 14.00. Il corteo partirà come sempre dal centro storico di Occagno, poi la sfilata per le vie del centro e delle frazioni, il ritorno e una serie di brindisi prolungati al suono della musica della Fugheta che si concluderanno in tarda serata con il rogo del fantoccio del Carnevale, infine catturato e portato alla catasta di legna.
I personaggi del Carnevale di Schignano
Il Brut
Dietro antiche maschere enigmatiche intagliate a mano nel legno, catturano l’attenzione dei numerosi presenti con salti, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile; coperti di stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci, i Brut portano in scena i “poveri”, costretti a vivere di pastorizia, agricoltura o addirittura emigrazione, per sostenere la famiglia. Gli abiti umili, spesso imbottiti di paglia, i vecchi attrezzi contadini e i pesanti campanacci, compongono un costume che spesso finisce per pesare decine di chili.
Il Mascara o Campana
L’andatura calma e diritta, gli abiti graziosi e variopinti, i pizzi, le balze e il ventre gonfio (il buttasc) conferiscono, invece, eleganza e un’aura di nobiltà al Mascarun (il Beii). Accompagnato da sontuosi bastoni, parasoli e sgargianti ventagli, il Mascarun invita spesso il Brut, con modi risoluti, ad alzarsi.
La zia
Una sola voce stridula è ammessa durante le sfilate del Carnevale di Schignano: quella di Ciocia, la moglie-serva del Mascarun, petulante e polemica, buffa caricatura delle donne di un tempo e caricatura degna del più nobile teatro d’arte. Rappresentata rigorosamente da un uomo dal volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno, si aggira tra i presenti lamentandosi delle prepotenze del marito e coinvolgendo gli spettatori in esilaranti mini sketch.
Conoscenza e sicurezza
Con il volto dipinto di nero e vestiti di pelli di pecora, i Sapeur, dotati di ascia, il sabato e il martedì grasso sono chiamati ad aprire e sorvegliare il corteo subito dietro la Sigurtà, maschera che rappresenta l’autorità.
Il Carlisepp
È il fantoccio che rappresenta il Carnevale. Appeso nella piazza principale durante i giorni di festa, è destinato a essere incendiato nel falò finale del martedì grasso, ma non dopo aver tentato invano di fuggire in una corsa drammatica e rocambolesca tra la folla e i vicoli.
Il libro
Un carnevale così unico che Mattia Vacca, fotoreporter comasco con base a Milano, agenzia Prospekt, ha pubblicato un meraviglioso libro fotografico che ha vinto numerosi premi: A Winter’s Tale. In una valle verde, tra boschi di conifere e pascoli alpini, il borgo di Schignano è incastonato tra le povere montagne che dominano il lago di Como. Una delle tradizioni più antiche di Schignano è sicuramente il Carnevale, che si festeggia ogni anno in un modo molto particolare, anzi, unico.
La sfilata, ricca di allegorie e simboli, rappresenta l’addio degli uomini che devono lasciare nuovamente il Paese verso il loro destino di migranti.
Il Carnevale affonda le sue radici nel passato, comune a molti villaggi della regione, quando gli uomini lasciavano le loro case e le loro famiglie per nove mesi all’anno. La fine del Carnevale mette così in scena la partenza degli uomini e la solitudine delle donne. Una festa spontanea, anarchica, senza regole o leggi scritte, che continua a vivere solo grazie allo spirito della gente e agli artigiani che scolpiscono le caratteristiche maschere di legno.