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La Juve spiata, tutti i dettagli del piano shock per colpire il club

Uno spionaggio a orologeria, nei momenti più delicati della Gestione Agnellicon l’obiettivo di trovare scheletri negli armadi o prove di possibili crimini. La Juventus è stata più volte nel mirino del dossier abusivi che hanno innescato la maxi-indagine a Perugia. È stato studiato con morbilità almeno in quattro diverse occasioni: quando Suarez ha litigato il famoso esame di italiano all’Università di Perugia, nei giorni tempestosi dell’adesione del club al progetto Superlega, quando si parlava del ritorno in panchina di Allegri dopo il biennio sabbatico e nelle ore in cui la cessione di Cristiano Ronaldo diventava più che una banale suggestione di mercato. Il sospetto degli inquirenti è che ci fosse un piano per arrecare danni alla vecchia governance, magari per farla saltare. Una tesi che alcuni sostengono maliziosamente da tempo anche alla luce dell’uragano generato dall’inchiesta Prisma, capace di resettare l’intero consiglio direttivo e influenzare il club attraverso sanzioni e processi.

La Juve spiata, tutti i dettagli

Ma torniamo all’inchiesta sul dossier su politici, vip, imprenditori e manager, condotta dal procuratore Cantone. La coincidenza degli accessi “a tema Juve” nei database non lascia dubbi: chi voleva scioperare sapeva come e quando farlo. Il colloquio di Suarez all’ateneo perugino con l’obiettivo di ottenere la cittadinanza per poi trasferirsi a Torino, giudicato dagli inquirenti “una farsa”, ha innescato, ad esempio, una clamorosa fuga di informazioni. Questo fatto è davvero collegato all’indagine sul dossier? Questo è ciò che sospetta oggi la Procura. Nell’autunno del 2020 qualcuno nel capoluogo umbro ipotizzò addirittura l’esistenza di una talpa e nei mesi successivi la magistratura accertò l’attività dell’ex cancelliere Guadagno, che scaricò dalla banca dati un’informazione della Guardia di finanza relativa all’uruguaiano. come riporta ieri il quotidiano “La Verità”. Due anni e mezzo dopo quei fatti, vennero a galla le attività del procuratore della direzione nazionale antimafia, Laudati, e del tenente delle finanze, Striano, accusati di illecite intrusioni nei sistemi informatici (la Serpico, la Siva , lo Sdi, il Sidna, il Catasto ecc.) per creare le condizioni che impongano l’apertura di fascicoli pre-investigativi su soggetti non presi in considerazione dalle forze dell’ordine. Dai documenti emerge che entrambi avevano un interesse per la Signora.

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