Stile di vita

Leonardo Fioravanti: “Il surf è libertà e adrenalina”

Leonardo Fioravanti parla cinque lingue, ha costruito una casa alle Hawaii ed è fidanzato con una modella che sposerà presto. Tutto, o quasi, grazie al surf, lo sport che pratica da quando aveva cinque anni e che ha trasformato nel suo lavoro.

Ha imparato a stare in equilibrio sulla tavola tra le onde del Mar Tirreno, il mare più vicino alla natia Cerveteri, insieme al fratello maggiore Matteo. Ha vinto la sua prima gara, la Ocean 4 Teens, quando aveva solo otto anni. Oggi ha 26 anni, Leo Fioravanti è il miglior surfista italiano, l’unico nella World Surf League e l’unico che parteciperà alle Olimpiadi di Parigi 2024 (che per il surf sarà a Tahiti15mila chilometri e 12 ore di differenza oraria dalla capitale francese).

Lo scorso fine settimana, piazzandosi quinto nella tappa portoghese del Championship Tour, è salito al nono posto nella classifica mondiale.

Dalle Maldive all’Australia, dalla Francia al Brasile. Hai viaggiato per il mondo fin da quando eri bambino: è stato difficile?

Crescere lontano dall’Italia e dalla mia famiglia è stata una sfida, ma mi ha insegnato l’indipendenza e mi ha dato l’opportunità di conoscere il mondo e seguire la mia passione. Non ho mai vissuto la distanza come un sacrificio perché mi permetteva di inseguire i miei sogni.

C’è un posto che ancora ti manca e vorresti scoprire?

Vorrei esplorare qualche isola remota, dove nessuno ha ancora messo piede: solo io e la mia tavola. Il mio posto preferito, però, resta l’Italia.

È vero che in aereo porti con te 16 tavole?

Sì, quando viaggio ho qualche tavola con me… E devo ammettere che la logistica non è sempre semplicissima.

Com’è vivere alle Hawaii?

Un’esperienza unica. Per i surfisti, le Hawaii sono un paradiso, con onde incredibili e una cultura che celebra lo stile di vita oceanico.

Hai proposto di sposarti alla tua ragazza, la modella Sophia Wilson… Sulla spiaggia.

Mi è venuto naturale, volevo condividere quel momento magico con lei e con l’ambiente che entrambi amiamo.

Com’è la tua giornata tipo?

Inizia presto con una sessione di surf all’alba, poi allenamento fisico e mentale. Trascorro molte ore in acqua, sia per allenarmi che per godermi le onde.

Da bambino dicevi: “Voglio essere bravo come Kelly Slater!” Qualche anno dopo lo hai battuto…

Kelly è stata il mio idolo fin da quando ero bambina. Riuscire a batterlo, dopo un brutto infortunio che mi aveva tenuto lontano dalle onde per nove mesi, è stata una cosa incredibile che mi ha dato grande fiducia nelle mie capacità.

Hai anche detto: “Forse il surf diventerà un lavoro, ma per ora penso solo a divertirmi”. Adesso che invece è diventato un lavoro?

Mi impegno a continuare a migliorare e ispirare la prossima generazione di surfisti. Si vive un sogno alla volta, il prossimo è tornare dalle Olimpiadi con una medaglia al collo.

Parigi 2024 per voi surfisti sarà… Tahiti 2024.

Tahiti è uno spot che amo e nel quale ho già dimostrato di poter fare molto bene. Anzi dirò di più: l’onda Teahupoo, sulla quale gareggeremo durante i Giochi, è la mia preferita in assoluto.

Chi saranno gli avversari da battere?

I migliori surfisti da tutto il mondo, quelli che già incontro nel Championship Tour. Sarà emozionante e non vedo l’ora di mettermi alla prova.

Se dovessi spiegare una gara di surf a qualcuno che non ne ha mai vista una, cosa diresti?

È una sfida tra surfisti per vedere chi riesce a cavalcare le onde nel modo più fluido e spettacolare. Ogni mossa viene valutata da una giuria che decreta il vincitore in base alla creatività, alla tecnica e alla difficoltà delle manovre eseguite.

Perché un bambino dovrebbe iniziare a fare surf?

Perché è uno sport che ti mette a contatto diretto con la natura e ti permette di vivere la libertà e l’adrenalina delle onde. Che insegna il rispetto per l’ambiente e per se stessi. Ed è anche un modo fantastico per rimanere attivi e in forma.

Che consigli daresti a chi vuole diventare surfista?

Gli direi di seguire sempre la sua passione con determinazione e impegno. E poi studiare le lingue (Leo parla italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese, ndr).

Dove vivrai quando deciderai di appendere il tavolo?

Spero di poter continuare a vivere vicino al mare, magari dedicandomi ad altri progetti legati allo sport o all’ambiente marino. Avrò sicuramente più tempo per le mie passioni non surf: il golf e… l’Inter.

Fra Punto di rottura e Grande mercoledìI due film cult sul surf, cosa scegli?

Punto di rottura. Ma il mio preferito in assoluto è L’estate infinita.

Esistono buoni videogiochi sul surf?

Ci sono alcuni titoli interessanti là fuori, ma sto ancora aspettando un gioco che catturi appieno l’esperienza unica del surf.

Quali sono i tuoi piatti preferiti? Scegline uno italiano, uno hawaiano e… un altro a tua scelta.

Da buon romano scelgo la carbonara. Il mio piatto hawaiano preferito è la poke bowl. E in terzo luogo, ovviamente, il sushi giapponese.



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