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Nuovo stadio, gestione della Serie A e rapporto con l’Inter: la verità di Cardinale

Ho 25 anni di esperienza negli investimenti nello sport, nella creazione di società in collaborazione con i migliori detentori di diritti al mondo, oltre a investire nelle squadre e nei campionati stessi. Ho sempre creduto in un approccio agli investimenti che deve essere guidato dalla generazione di cassa e non dal semplice fatturato, e che deve essere guidato il più possibile da considerazioni non emotive. Devo però dire che l’unico caso in cui ogni tanto perdo questo approccio asettico è il Milan, dove la passione dei tifosi e l’importanza della squadra per tutti è qualcosa che non avevo mai sperimentato prima nello sport.“.

Gerald ‘Gerry’ Cardinaleil 56enne finanziere newyorkese, titolare della maglia rossonera dal 2022, è seduto nel foyer di uno degli alberghi più eleganti di Milano quando accetta di incontrare Calcio e Finanza per parlare a tutto tondo di quello che è e di quello che sarà il suo strategia per il club: spaziando dal nuovo stadio alle voci di cessione, dalle opportunità di crescita di un marchio che considera ancora sottovalutato ai necessari rapporti con l’Inter, per finire con la gestione della Serie A, considerata molto migliorabile, fino all’ipotesi Superlega e ad un teorica quotazione in Borsa del Milan con doppia quotazione a Piazza Affari e New York.

LE RAGIONI DELL’INVESTIMENTO NEL MILAN

Il suo coinvolgimento in rossonero, come detto, rientra negli investimenti in società che vanno dall’ SÌ Rete, Equità degli artisti, Skydance Media E La compagnia di Springhill nei media e nell’intrattenimento, più specificatamente in ambito sportivo, Gruppo Sportivo Fenway (la holding che possiede Liverpool FC, Boston Red Sox e Pittsburgh Penguins), The UFL campionato di calcio primaverile in America, il Reali del Rajasthan nel cricket indiano e Alpino in Formula 1. Se è vero che il Milan è una società praticamente senza debiti (gli unici debiti sono quelli operativi, legati al mercato del calcio o ad operazioni di anticipo credito), non va nemmeno nascosto che ACM Bidco BVla società di cui Cardinale detiene il 99,9% della società, possiede a 550 milioni di euro prestito in essere con Elliott, il fondo americano da cui lo stesso Cardinale ha acquistato il club.

Una questione che ha dato origine a molte voci su possibili difficoltà e che, secondo l’imprenditore newyorkese, sono prive di significato. “Ho lavorato 20 anni presso Goldman Sachs – lui dice -, Sorrido se qualcuno mi ritiene così ingenuo da accollarmi un debito da ripagare in soli 18 mesi”. Allo stesso tempo smentisce una possibile cessione del club, cessione che spesso fa notizia quando in campo c’è lo stesso Cardinale Medio Oriente. “Sono al Milan per restarci a lungo e se fosse per me resterei qui per sempre. Ciò che è vero, però, è che bisogna tenere conto dei movimenti dell’economia globale e non c’è dubbio che in Medio Oriente ci sia molta liquidità e disponibilità a investire nello sport”. In effetti, spiega che RedBird ha molti interessi in Medio Orientedove il fondo possiede anche degli uffici, e che le sue visite in quella zona sono spesso legate a partnership importanti con il Milan (Emirati è lo sponsor della maglia e Casa Milan ha un ufficio a Dubainel Emirati Arabi Unitiche condivide con RedBird).

Una vicenda che ha scatenato molte voci su possibili difficoltà e, secondo l’imprenditore newyorkese, tali voci sono insensate. “ho lavorato a Goldman Sachs per 20 anni – lui dice – Sorrido se qualcuno mi considera così ingenuo da accollarmi un debito da ripagare in soli 18 mesi.” Allo stesso tempo smentisce una possibile cessione del club, voce che circola spesso quando Cardinale è in Medio Oriente. “Sono al Milan per restarci a lungo e, se dipendesse da me, rimarrei qui per sempre. Ciò che è vero, però, è che bisogna tenere conto dei movimenti dell’economia globale, e non c’è dubbio che in Medio Oriente ci sia molta liquidità e volontà di investire nello sport.” Lo spiega Uccello rosso ha molti interessi in Medio Oriente, dove il fondo ha anche sedi, e le sue visite in quella regione sono spesso legate a partnership importanti per il Milan (Emirates è lo sponsor della maglia, e Casa Milan ha un ufficio a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, condiviso con RedBird).

Questo detto però non nasconde una cosa: “In questo momento ci sono molti capitali in Medio Oriente interessati a investire nello sport e nel settore siamo aperti a collaborare con potenziali partnerche potrebbero unirsi a noi sia come sponsor che come partner nella costruzione del nuovo stadioo come azionisti di minoranza come partner a vero valore aggiunto, ma come ho detto, non rinuncerò al controllo”.

La teoria di Cardinale, invece, è in voga in molti ambienti economici internazionali e si basa sul fatto che, data la spinta alla decarbonizzazione dei paesi occidentali, i paesi del Golfo dovranno necessariamente diversificare le proprie entrate al di fuori del settore petrolifero e sportivo. è uno dei più adatti in questo contesto.

Inoltre, spiega l’imprenditore, vendere il Milan in questo momento sarebbe un pessimo affare dato che il calcio europeo è considerato, in molti ambienti internazionali, molto sottovalutato, soprattutto la Serie A. Inghilterra a parte. Infatti, Chelsea FCL’acquisizione di nel 2022 è durata circa 5 miliardi di euro (quasi 3 miliardi di valutazione del club e ulteriori 2 miliardi di investimento previsto), poco meno di 10 volte i ricavi del club londinese, mentre in quei mesi anche il Milan passava di mano in quei mesi per 1,2 miliardi di euro pari a un multiplo di 3.

In questo contesto, Cardinale ritiene che il Milan sia tra i cinque brand calcistici europei più conosciuti al mondo, e che quindi sia ancora un asset sottovalutato nel mondo del business internazionale.

L’IMPORTANZA DELLO STADIO E IL VALORE DELLA SERIE A

Ed è su questa visione che Cardinale ritiene cruciale per il Milan, come per ogni club di Serie A, riuscire su due pilastri principali:

  • Nuovi stadi
  • Una migliore gestione della Serie A che aumenta il valore dell’intero prodotto

Per quanto riguarda la nuova sede del club, Cardinale è soddisfatto dei progressi compiuti sul fronte dell’attivitàNuovo stadio di San Donatoe non è un caso che qualcosa di tangibile sia già accaduto, come l’acquisto del terreno in zona San Francesco per poco meno di 20 milioni di euro. E proprio il nuovo impianto sarà la chiave di quella generazione di cassa da parte del club che, come detto, è la stella polare del modus operandi di Cardinale.

Nello specifico, nella stagione 2022/23 il bilancio si è chiuso in utile (6,1 milioni di euro) per la prima volta in 17 anni, ma l’attuale gestione ha generato 78 milioni di euro in contanti. Quest’anno la generazione di cassa sarà inferiore a causa dell’uscita dalla Champions League, ma il Milan punta a stabilizzare tra i 50 e i 100 milioni di euro annui di cash flow positivo. Una cifra da reinvestire nella rosa aumentando il monte ingaggi in modo razionale per rendere la squadra più competitiva. Non è un caso che Cardinale sottolinei la cessione dell’ Tonali A Newcastle per circa 70 milioni di euro è stato interamente reinvestito nell’acquisto di sei giocatori che costituiranno la base della squadra per le prossime stagioni.

In questo senso il piano è quello di aumentare il valore sportivo della rosa, un po’ ogni anno per i prossimi cinque anni, poi dovrebbe arrivare lo stadio. Ed è proprio con il nuovo stadio che, secondo i piani del Cardinale, il club potrà fare il salto da 100 a 250 milioni di euro l’anno in contanti investire nel mercato dei trasferimenti. Una capacità di spesa che riporterebbe stabilmente i rossoneri nell’élite del calcio europeo e mondiale.

Cardinale spiega di avere una grande esperienza nella costruzione di nuovi stadi, avendo creato in America una società ad hoc e avendo collaborato con strutture come la Cowboy di Dallas nel Texas e Stadio degli Yankees in New York. E, sottolinea, non è un caso che la leggendaria squadra di baseball della Grande Mela sia un investitore di minoranza del Milan e il principale partner del Milan negli Usa.

Cardinale non si nasconde neanche sulla notizia emersa questa settimana di a chiama Zhang. L’imprenditore spiega infatti di aver avuto colloqui e confronti con la controparte nerazzurra per verificare se ci fosse una convergenza sul nuovo impianto. “Sono assolutamente pronto a costruire da solo lo stadio del Milan, ma sono aperto a valutare anche altre opzioni, senza escludere una possibile collaborazione con l’Inter”, ritenendo che il progresso della triade di club trainanti del calcio italiano, spinti ciascuno da una proprietà forte e stabile, risponda all’interesse dell’intero movimento calcistico nazionale.

L’OBIETTIVO DI UNA SERIE A PIÙ COMPETITIVA

Ed è proprio qui che entra in gioco il secondo pilastro della strategia dell’imprenditore americano: quello di una migliore gestione della Lega Serie A.

Anche su questo fronte Cardinale dice di voler mettere a disposizione non solo del Milan ma dell’intera Serie A la sua esperienza, i contatti e il profondo legame con il mondo dell’imprenditoria americano. “Credo di poter rendere il Milan il club numero uno e allo stesso tempo aiutare la Serie A a tornare competitiva. Anche perché nelle condizioni attuali l’unico modo per spingere saldamente un club ai massimi livelli è anche appartenere a uno dei campionati più forti anche come sistema”. Consideriamo ad esempio quello tra Premier League e Serie A lì c’è una differenza di 5:1 nelle entrate derivanti dai diritti televisivi. “E la strada per ridurre questo divario è che il nostro campionato riacquisti la competitività a livello europeo degli anni d’oro, con il contributo fondamentale del nostro lavoro di proprietà.“.

Cardinale ammette anche di essere stato inizialmente visto come un extraterrestre nel calcio italiano. “Non capisco perché in Italia appena qualcuno propone una novità si sente dire: ecco, si è sempre fatto così! Capirei se le cose andassero bene e invece abbiamo un grosso gap da colmare”. Adesso, però, le cose vanno meglio. “Con Luigi De Servo (Amministratore Delegato della Lega Serie A, ndr) ormai ci siamo capiti, lui ha capito che posso aiutare a livello internazionale: pensa che con ESPN, Amazon, Volpe e tutte le più grandi società di media statunitensi con cui faccio affari con successo da anni. La mia esperienza e i miei rapporti con queste reti possono essere una risorsa che può essere di grande aiuto alla Serie A”.

LA SUPERLEAGUE E I RAPPORTI CON UEFA ED ECA

In quest’ottica il Cardinale torna a parlare dell’ Superlega ipotesi. “Credo che dovremmo operare all’interno della UEFA e dell’ECA (Associazione Europea dei Club, ndr) quadri che meglio servono gli interessi del gioco in Europa. La Superlega – qualunque sia la sua forma attuale – non è qualcosa che riteniamo sia giusta per il Milan, la Serie A o il calcio europeo“, lui spiega.

Però, ribadisce, è importante anche rendersi conto che ci sono tante cose da migliorare. Ciò che vediamo nello sport globale in questo momento è un divario crescente tra i più piccoli e i più grandi all’interno dei singoli paesi, dei singoli stati e dei singoli campionati, e sta accadendo anche negli Stati Uniti. è qualcosa a cui tutti nel mondo dello sport devono prestare attenzione a livello globale. Perché lo sport ha valore solo se la competizione è credibile.

Infine, quando viene chiesto se a quotazione del Milan potrebbe essere ipotizzabile, Cardinale spiega che al momento non è immaginabile, ma a livello teorico, da uomo di finanza, se mai pensasse ad una quotazione del Milan vedrebbe una doppia quotazione in Milano e sul mercato più liquido del mondo, quello del New Yorkproprio come Sergio Marchionne ha fatto con Ferrari, altro marchio di punta del made in Italy: “L’ho incontrato solo una volta e mi ha fatto una notevole impressione”.

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